"Maturare tardi" Mo Yan Einaudi Editore
"Al mondo capita che molte cose avvengono perché le si pensa o perché le si teme o perché se ne parla."
Cosa sono gli eventi vissuti?
Per Mo Yan, Premio Nobel per la Letteratura nel 2012, sono materia del racconto.
Non conta la cronologia quanto la capacità di fare del tempo un lungo fiume.
Su quelle acque bisognerebbe specchiarsi senza timore di affrontare il passato.
La forma breve è un artificio scenico ma anche il bisogno di allentare il coinvolgimento personale.
"Maturare tardi", pubblicato da Einaudi Editore, tradotto da Patrizia Liberati e Maria Rita Masci, è uno splendido esercizio di memoria, una rivisitazione di fatti che sembrano solo piccole schegge.
Ma riescono a farci conoscere l'autore, il suo rapporto con la scrittura, il disorientamento di fronte ad un riconoscimento tanto importante.
È la Cina di ieri e di oggi, è la storia di un luogo e di una nazione, è la sorniona osservazione di un modo di essere.
È il chiacchiericcio dei compaesani, le quotidianità dilatate e rielaborate, gli aneddoti divertenti e lo struggimento intriso di nostalgia.
Il testo sa unire insieme tutte le storie attraverso un fluire di pensieri, ricordi ed emozioni.
Ironico, sagace, semiserio, intrigante, il libro vibra di umanità che nel bene e nel male prova a sopravvivere.
Il titolo può essere una domanda rivolta a tutti noi.
E in quel tempo individuale di crescita sta il segreto dell'Io.
Si va avanti, si torna indietro cercando quella strada che ci rende unici.
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