"Hai portato con te il vento" Natalia García Freire SUR
"Niente a Cocuán è come sembra.
Siamo fatti di polvere e cattiveria, come gli incubi."
Un'atmosfera cupa, sinistra abita le pagine di "Hai portato con te il vento", pubblicato da SUR grazie alla traduzione di Lara Dalla Vecchia.
Cocuán è luogo del mistero e del delirio, delle ossessioni che si annidano nelle menti, dei sogni alterati di chi non ha pace.
Popolato da figure sfuggenti, come fantasmi che si aggirano cercando di fuggire dalle loro ombre.
Il Male è una serpe, un suono disumano, una colpa, un incendio.
È un corpo offeso, un oblio della carne, un urlo collettivo.
Natalia García Freire scrive un romanzo durissimo, impietoso e dolente.
Dà voce a nove personaggi che liberano lo strazio di un'esistenza incolore.
Ognuno improvvisa una storia che fa da controcanto ad un mondo perduto.
Sparizioni e strane apparizioni, visioni e canti di un tempo lontano mentre dalle viscere della terra si raggruma un odore pungente che ricorda la morte.
Solo il vento potrà cancellare il delirio e ricomporre il ricordo della giovane Mildred.
Di lei non restano tracce, solo quel timido, orgoglioso bisogno di restare bambina.
Ma non c'è spazio per chi crede nelle favole belle mentre impazzisce la gente e nella melma l' istinto primordiale resta incagliato come colpito da un tragico incantesimo.
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