"Divorzi" Susan Taubes Fazi Editore
"Gocce di un rubinetto che cadono in una casa deserta. La lotta avviene nel tempo e contro il tempo, questo è certo. L’obiettivo non è molto chiaro. Definire la linea di partenza e quella di arrivo. Tracciare la rotta. Salvare dalla palude della memoria e dalla dispersione del presente... cosa?"
Linee spezzate.
Immagini scomposte.
Passato e presente in conflitto.
Città sfocate, ingombro di oggetti.
Fogli già scritti, tende svolazzanti.
Presenze sovrapposte.
Flusso di pensieri, notte di un amore che spacca dentro.
Voci e litigi, ventre teso.
Luci smorzate, troppi ricordi intrecciati.
Essere donna in un mondo governato da uomini.
Essere madre nell'incanto dell'attesa.
Essere figlia analizzata, osservata, studiata.
Voler essere altro e non riuscire a definire il desiderio.
Troppi luoghi, troppe stanze, troppi rumori.
"Divorzi", pubblicato da Fazi Editore nella traduzione di Giuseppina Oneto, attraversa più stili.
Il linguaggio traghetta dall'immaginario al reale, crea rotazioni virtuali, spezza il silenzio sulla condizione femminile.
Ha un ritmo prima lento poi tumultuoso.
Fugge dalle manipolazioni della coscienza.
Mette a nudo le sensibilità alterate, le rabbie trattenute, lo sconforto muto.
Sophie Blind è interprete del suo dramma e mentre il film della sua esistenza scorre sulle pareti fragili della memoria si compie una catarsi.
L'inizio e il finale si congiungono in una morsa di gelo.
Il tempo si raggruma in lacrime rapprese.
Le nostre lacrime e quelle di tutte coloro che hanno recitato una parte che non sentivano propria.
Unico romanzo di Susan Faubes, ultimo atto prima che si spengano i riflettori.
A noi il compito di accogliere il suo urlo disperato.
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