"Il cliente Busken" Jeroen Brouwers Iperborea
"Posso solo stare seduto o sdraiato. E osservare. Pensare. Arrovellarmi. Rimuginare. Intendere. Vedere colori che non esistono, o almeno che altri non vedono."
Rinchiuso in un ospizio contro la sua volontà il protagonista di "Il cliente Busken", pubblicato da Iperborea nella Collana "Gli iperborei" grazie alla traduzione di Claudia Di Palermo e Francesco Panzeri, si chiude in un silenzio ostinato.
È la sua protesta per quella che crede una ingiustizia.
Seguiamo i suoi deliri, i giochi verbali, i ricordi d'infanzia, avvinti da una scrittura attrattiva, irruenta.
"Basta pensare lucidamente e concentrarsi. Io sono un pensatore lucido. Quando pensi, devi essere consapevole di ciò che pensi e trattenerlo, altrimenti i pensieri si avviluppano l’uno con l’altro in associazioni arbitrarie, e questo non è pensare in modo lucido."
Nello sdoppiamento di ciò che è reale e ciò che è immaginato resta il vuoto di un'esistenza che si smaterializza.
Si susseguono sentimenti contrastanti, onde pervasive e suggestioni visive.
L'ultimo romanzo di Jeroen Brouwers è una satira senza freni non solo alla terza età ma anche a ciò che vi ruota intorno.
Nelle pagine amare e struggenti si coglie il disagio di chi vorrebbe continuare a lottare per riavere un briciolo di autonomia.
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