"Il secondo addio" Sylvie Richterová Miraggi Editore
"Nell’Europa divisa ho conosciuto abitudini, menzogne e paure di natura differente da una parte e dall’altra, ho toccato l’abisso nascosto ai confini morali e culturali e infine ho scoperto che a unire due mondi tanto diversi era un solo elemento: l’assurdo. Non poteva non diventare il tema centrale della mia scrittura, l’assurdo."
Una scrittura eterea, pura.
La parola diventa unico strumento di appartenenza in un mondo sempre più incomprensibile.
"Nelle parole si può abitare, nelle parole si abita, poche cose guarda la gente così vigile e severa come la loro dimora nelle parole. E così via."
"Il secondo addio", scritto nel 1994, pubblicato da Miraggi Editore grazie alla traduzione di Alessandro De Vito, è la rappresentazione di un un universo di esuli.
Esuli da sé stessi, dalla Storia, dal tempo.
Marie, Pavel, Tommaso, Anna, Mels compongono traiettorie, vivono in un perenne stato di incertezza, inghiottiti da eventi che si frappongono violenti come vetri infrangibili.
Scrive Massimo Rizzante nella postfazione:
"Nulla possiede uno statuto definitivo."
I luoghi, i personaggi sono solo ombre vaganti che per affermare la loro esistenza devono vergare fonemi.
Ambientato tra gli anni Sessanta e Settanta il romanzo registra una discontinuità, l'ambiguità politica e culturale.
Un testo forte, straniante e bellissimo dove ognuno cerca il suo alter ego.
Sylvie Richterová crea una polifonia di voci, incrocia destini, narra da un punto di vista altro Praga e l'Italia.
Solleva interrogativi e ci regala le anime.
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