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"Uccelli vivi" Samantha Schweblin SUR

 


"Uccelli vivi" Samantha Schweblin SUR






"Uccelli vivi", pubblicato da SUR, racchiude l'arte del racconto, la rara capacità di coniugare stile, accuratezza linguistica e stile in una forma breve.
Tutto è perfetto in un mondo a rovescio, dove i contorni sono nitidi, la struttura narrativa convincente.
Non ci troviamo in una realtà parallela perché Samantha Schweblin sa portarci dove vuole.
La sua scrittura fluida ci fa credere l'impossibile o meglio crea l'impossibile.
Come in "Sette case vuote" ( SUR ) la nostra visione di normalità viene messa in discussione.
Perdiamo il senso del tempo e dello spazio ed entriamo affascinati e curiosi in un'altra dimensione.
Ma attenzione, la scrittrice non ci allontana dal reale, semmai lo amplifica mostrando le distorsioni.
Ogni personaggio delle storie presenti nella raccolta percepisce qualcosa che a noi sfugge.
Cosa significa dimenticare il sapore dello zucchero, rifiutare ciò che è davanti ai nostri occhi, essere abbandonati senza un perché?
È questa la grandezza dell'autrice, riuscire a descrivere gli spazi intermedi, i vuoti e i pieni, la smemoratezza e la vertigine del vivere.
Facile sarebbe collocarla nella casella della poetica latinoamericana.
Samantha ha la grinta che le consente di inventare situazioni e momenti assolutamente autonomi rispetto alle influenze letterarie del suo Paese di origine.
La sua voce è quella di un'umanità che disubbidisce alle regole.
Non asservita nè al realismo magico nè ai luoghi distopici.
Esiste con la forza del distanziamento del pensiero dominante.
Fa gesti e azioni forse esagerate per i più, ma ricchi di significati per chi ha voglia di sognare.
Si respira nel testo un'atmosfera liberatoria, l'appagamento di chi nell'indecifrabile mistero del Cosmo ha trovato un suo significato.
Sbilenco, trasversale, forse anche assurdo.
Ma chi definisce il senso dell'assurdità, chi può sentirsi al sicuro in questa irrealtà che è la vita?
Da leggere lasciandosi andare, con la certezza che sono tante le rive che sapranno accogliere.

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