"Hard Rain Falling" Don Carpenter Clichy Editore
"Era solo un ragazzo e buona parte di quella durezza era una maschera, forgiata negli ultimi dodici anni della sua vita, dopo aver scoperto che, a parte lui stesso, nessuno lo avrebbe protetto."
Pubblicato nel 1966 torna in libreria grazie a Clichy Editore e alla traduzione di Fabio Cremonesi e Micaela Uzzielli "Hard Rain Falling."
Romanzo americano duro e bellissimo racconta il vissuto del giovane Jack.
Già nelle prime pagine emergono gli strappi di una scrittura che non alleggerisce il contesto narrativo.
Annemarie e Harmon, genitori di Jack, sono espressioni di un tragico destino e anticipano le atmosfere che faranno da sfondo.
Ambientato in Oregon nel 1923 esplora l'universo dei perdenti, di coloro che vivono ai margini della legalità.
Nella splendida introduzione di George Pelecanos conosciamo il substrato culturale e sociale del libro.
L'impianto narrativo è diretto, descrive perfettamente un tempo storico, si sofferma sulla mancanza di amore subita dal protagonista.
Non assolve e non giudica, osserva la realtà cruda, dolorosa.
Le pagine sono intrise di una velata malinconia e nei momenti più tragici sentiamo una fitta al cuore.
L'esperienza del riformatorio è occasione per denunciare le condizioni degradanti e opprimenti del sistema carcerario mentre si sfaldano le immagini di una strada che non offre sogni e alternative.
Realista e tragico il testo è specchio di una gioventù bruciata che cerca riscatto.
Lo troverà?
Non credo sia questo l'obiettivo dello scrittore.
Suo compito è quello di evidenziare la solitudine, lo smarrimento di chi non ha il calore di un abbraccio.
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