"Interpretazioni dell'amore" Jane Campbell Atlantide
"Perché dunque dovrebbe interessarvi la storia che sto per raccontare? La risposta è breve e concisa. Non riguarda, o almeno non pensavo riguardasse, in fin dei conti, me. Io parlo come messaggero, osservatore, suggeritore, e anche se la mia vecchia vena è pressoché esaurita, posso ancora formare una frase, ancora trovare un verbo, ancora infilare l’iridescente aggettivo che trasformerà una squallida pozza di fango in oro. Quindi, ecco qui."
Un costrutto che si apre a ventaglio dando ai personaggi l'occasione di confrontarsi con sé stessi e con i più profondi sentimenti.
In un'atmosfera molto inglese si sviluppa una traccia narrativa che mette in discussione il modo di vivere, le mediocrità, gli errori, i segreti mai svelati.
Apre il romanzo un anziano professore di Oxford, Malcolm Miller.
Per anni ha conservato una lettera della sorella morta in un incidente stradale indirizzata ad un uomo che forse è il padre della figlia.
In "Interpretazioni dell'amore", pubblicato da Atlantide grazie alla traduzione di Federica Bigotti, non è in gioco la verità ma anche la reazione a qualcosa che turba gli equilibri.
È come se Jane Campbell, psicologa e docente, volesse invitarci a confrontarci con l'amore in tutte le sue forme.
L'autrice ha una scrittura audace, determinata.
Il testo ha l'impianto di una piéce teatrale pur mantenendo il ritmo di una narrazione senza tempo.
Le siamo grati perché mette in scena le motivazioni profonde che ci spingono a fare determinate scelte che non sono mai casuali.
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