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"Il mondo di sera" Christopher Isherwood Adelphi Editore

 


"Il mondo di sera" Christopher Isherwood Adelphi Editore 








"La memoria mette insieme le cose a poco a poco, creando una catena; questa, invece, era una consapevolezza totale e istantanea.
Migliaia di frammenti della mia vita sembravano sparsi attorno a me, come i mobili della stanza, tutti insieme simultaneamente."



Si possono fotografare i ricordi?
Come si ricompongono le immagini?
È l'alchimia compiuta da Christopher Isherwood in tutte le sue opere.
Accostamenti che insieme definiscono il quadro principale e nessun dettaglio resta fuori.
Arricchisce la scrittura, crea una dipendenza.
Il lettore non può tirarsi indietro, è travolto dagli eventi, affascinato dai personaggi, irretito dalle riflessioni filosofiche.
È sempre presente un accenno di denuncia che viene modulato con intelligenza.
La guerra è elemento di rottura, risonanza disturbante.
Ciò che domina è la psicologia degli uomini, il loro modo di rapportarsi a ciò che accade.
Mai passivi, a volte esuberanti, riescono a manipolare la narrazione.
"Il mondo di sera", pubblicato da Adelphi Editore nella Collana Fabula grazie alla traduzione di Laura Noulian, ha una sua identità molto spiccata.
È un gioco a rimpiattino con la Storia, l'immersione in un tempo complesso, violento.
In questa atmosfera grava sull'autore la responsabilità di costruire una filigrana introspettiva.
È l'occasione per dimostrare che l'essere umano ha una sua libertà interiore.
Una libertà che nasce da ciò che è stato e da ciò che è.
Decisivo in questo percorso liberatorio è Stephen Monk.
Se nelle prime pagine lo vediamo incerto e soffocato dalla gelosia quando sceglie di tornare nei luoghi dell'infanzia lentamente ha una evoluzione.
Non è la casa o l'affetto della zia a riorientarlo.
Saranno le lettere della prima moglie Elizabeth, morta da pochi anni a dargli la distanza necessaria per incontrare sè stesso.
In quegli scritti c'è un filo conduttore, una traccia da seguire per sanare le ferite.
Da leggere per imparare che "la morte non può uccidere ciò che non muore mai..
La morte è solo attraversare il mondo, come amici che attraversano il mare; essi vivono l'uno nell'altro comunque."
Un capolavoro.

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