"L'albero e la vite" Dola de Jong La Nuova Frontiera
"Un incontro del tutto casuale - per quanto mi chieda spesso come sarebbe stata la mia vita senza di lei.
Per molto tempo pensai di aver avuto un ruolo di mera spettatrice, ora invece so di aver cambiato la mia rotta per lei."
A distanza di tempo Bea prova ad analizzare il suo rapporto con Erica.
È necessario vedere in prospettiva il passato, coglierne quelle sfumature che volutamente erano rimaste sospese, individuare gli squilibri e i passi falsi, i cedimenti e i silenzi, le pagine vuote e le attese, i ruoli all'interno della relazione.
Ambientato ad Amsterdam nel 1938, "L'albero e la vite", pubblicato da La Nuova Frontiera grazie alla traduzione di Laura Pignatti, va letto senza cedere alla tentazione di facili interpretazioni.
Bisogna cogliere la raffinatezza nel delineare le caratterialità e l'originalità nel tratteggiare due diversità.
Bea è riflessiva, poco incline agli incendi emotivi, Erica è un fiume in piena, scostante con evidenti dissonanze affettive.
Mondi all'apparenza inconciliabili creano un equibrio instabile, fatto di fughe e di ritrovamenti, di lontananze e di riannodamenti.
L'una osserva l'altra e in un gioco pericoloso di sguardi e di parole non dette si costruisce una fitta trama di complicità.
Il romanzo pur accennando all'omosessualità di Erica mantiene un pudore e una purezza commoventi.
Nelle ricerca di figure femminili si intravede il bisogno di ritrovarsi e delinearsi, di stabilire i contorni e imparare a superarli.
Colpisce l'atteggiamento protettivo di Bea, il bisogno ancestrale di colmare i vuoti dell'amica.
Dimenticando le proprie pulsioni o forse semplicemente non riuscendo ad esprimerle.
Quando la Storia con la sua brutalità entra a squarciare le esistenze si prova a resistere.
Nell'atto finale non c'è spazio per le lacrime, si assiste come burattini alla violenta e ottusa prepotenza dei nazisti.
Resta il ricordo e la rielaborazione del lutto, il coraggio di interrogarsi.
Il libro è di un'attualità travolgente.
Sa scavare a fondo nei meandri della diversità con la leggerezza e la poesia che solo la vera letteratura riesce a regalare.
Un romanzo prezioso arricchito da una scrittura pacata e inflessibile, un viaggio fisico e psicologico, una rielaborazione storica accurata e intransigente.
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