"L'invincibile estate di Liliana" Cristina Rivera Garza SUR
"Restare in silenzio è stato un modo di difenderti, Liliana.
Un modo goffo e atroce di proteggerti.
Abbiamo abbassato la voce e ci siamo relegati in noi stessi, con te dentro, per non esporti alle facili accuse, alle curiosità morbose, agli sguardi di commiserazione."
Rompere quel silenzio opprimente, trovare la forza di confrontarsi con la realtà.
Rivivere la tragedia di una perdita che è anche una sconfitta.
Liliana aveva venti anni quando venne barbaramente uccisa e a distanza di trenta anni la sorella, Cristina Rivera Garza, vuole giustizia.
Un tempo infinito fatto di ore e giorni sfilacciati in una città distante, nemica.
Parlare di "L'invincibile estate di Liliana", pubblicato da SUR grazie alla traduzione di Guiia Zavagna, non è facile.
Le parole non possono restituire la bellezza del testo.
Bisogna attraversare con l'autrice le emozioni, i sentimenti.
Sentire sulla pelle la rabbia, riaprire le ferite, liberare il cuore.
Farsi corpo che subisce, carne lacerata, voce che urla.
Accogliere tra le braccia la giovane innocente, colpevole solo di essere donna.
Rovistare tra le carte, ascoltare le testimonianze, esserci nel momento estremo.
La scrittura è implacabile e bellissima.
Lancinante, a tratti essenziale.
Come una pugnalata, come un fulmine.
Rileggere i quaderni, le annotazioni di una giovane che voleva amare.
Il libro ha il valore inestimabile di denuncia.
Vuole essere un invito a non tacere, a restituire pace alle troppe vittime di femminicidio.
A loro e a tutte noi, ai compagni, mariti, figli è dedicato questo libro.
Per non dimenticare e per educare alla non violenza.
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