"Il capolavoro sconosciuto" Honoré De Balzac Elliot Editore
"La missione dell'arte non è copiare la natura, ma esprimerla!
Non sei un vile copista, ma un poeta!"
L'arte come prodigiosa occasione di svelare ciò che l'occhio non riesce a percepire.
Andare aldilà della forma e del colore, creare materia viva.
"La bellezza è qualcosa di severo e difficile che non si lascia conquistare senza sforzi: bisogna attendere il momento giusto, spiarla, starle alle costole e legarla ben bene per costringerla ad arrendersi."
"Il capolavoro sconosciuto", pubblicato da Elliot Editore nella Collana La città ideale grazie alla traduzione di Giulia Altavilla, indaga sul complesso rapporto tra rappresentazione artistica e realtà.
Tre pittori di età e competenze differenti nella Parigi del Seicento dialogano in maniera appassionata.
Il ruolo della forma, le apparenze del disegno quando è spogliato dall'anima, la consistente delle ombre, l'effetto della luce sugli oggetti.
Una disquisizione colta per introdurre il tema centrale.
Si può raggiungere la perfezione stilistica?
Si può dare vita al dipinto?
La risposta arriva nel finale lasciando sbigottiti i lettori e dimostrando che i nostri sono solo tentativi di avvicinarci al sublime.
Il racconto è breve ma di un'intensità travolgente.
La scrittura alterna riflessioni profonde a stati di stasi emotiva legati alla difficoltà di trovare la soluzione al quesito iniziale: riuscire ad esprimere l'arte.
La figura femminile ha una parte fondamentale perché rappresenta la musa ispiratrice, colei che vive e fa da tramite alla trasmissione del respiro vitale.
Basterebbe questo viluppo di imput per rendere il testo un'opera di grande interesse.
A sorprenderci è la postfazione di Demetrio Paolini.
Senza voler anticipare la qualità delle osservazioni non posso esimermi dal dire che siamo di fronte ad una lezione di semantica.
Il significato della parola, la simbologia intrinseca dei personaggi, le interconnessioni tra Balzac e Beckett sono solo parti di un ragionamento che porterà ad analizzare il valore del Nulla.
A questo punto non resta che rileggere l'opera, certi che molto ci è sfuggito.
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