"Dolore e ragione" Iosif Brodskij Adelphi Editore
"Un poeta sa sempre trovare le parole per tirarsi fuori da un pasticcio: dopo tutto, è il suo mestiere. Ma io non sono qui per parlare del destino del poeta, il quale non è mai, in ultima analisi, una vittima. Sono qui per parlare della sorte del suo pubblico, cioè, se vogliamo, della vostra sorte."
"Dolore e ragione", pubblicato da Adelphi Editore nella splendida traduzione di Gilberto Forti, è un testo da studiare.
Un utile esercizio linguistico perché è la parola protagonista assoluta.
Nei guizzi stilistici, nella eleganza degli accostamenti verbali, nell'equilbrio della forma narrativa che sa intersecarsi con la poetica della memoria, nelle interpretazioni letterarie e critiche, nel gioco di prestigio che estrapola l'idea e la pianifica, nei geniali virtuosismi intellettuali, nelle analisi spericolate ed attualissime, nella modulazione di suoni fonetici, nella grintosa parodia dell'Oriente, nella spregiudicata e sarcastica visione dell'occidente, nella ricerca interpretativa di autori del passato, nel confronto tra paesaggi culturali differenti sta la grandezza di un'opera immensa, patrimonio dell'umanità.
Non c'è un unico filo conduttore ma infiniti percorsi interattivi.
Il lettore è coinvolto in una spirale crescente di osservazioni, visioni, ridondanze liriche.
Iosif Brodskij riesce a definire il vuoto e a riqualificarlo, a spaziare tra letteratura, arte, vissuto.
A vagare nelle vie della Cultura cercando di comprenderne i movimenti e le strategie, gli abbandoni e la mancanza di interesse.
Il suo è lo sguardo aperto del poeta che attraverso la lirica ha saputo raccontare più mondi con quella libertà ideativa che caratterizzò la sua esistenza.
Negli svolazzi di una mente fervida si scorge la malinconia di chi sa di portare un peso.
Il peso di una società chiusa e bigotta, i fantasmi di ideologie che imprigionano la creatività.
A lui il nostro grazie per averci scosso dal torpore e regalato ore di pura grazia.
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