"Avanti va il mondo"
Lázló Krasnahorkai
Bompiani Editore
"Quest’uomo non vale nulla, cammina e cammina, ma senza avere alcun valore al mondo, ed è così che arriva il momento in cui egli si muove in questo mondo senza nemmeno essere notato, scompare letteralmente, come se la sua sostanza fosse evaporata, diviene nulla per il mondo, e cioè viene dimenticato, il che naturalmente non significa che egli sia davvero assente dalla realtà, perché è vero invece il contrario, continua a essere molto presente mentre continua a camminare, instancabile, cammina tra l’America e l’Asia, tra l’Africa e l’Europa, solo che il collegamento tra lui e il mondo si è come interrotto."
"Avanti va il mondo" ma in quale direzione?
Leggendo i racconti pubblicati da Bompiani Editore grazie alla traduzione di Dóra Várnai, il terreno frana insieme ad ogni certezza.
Chi conosce lo stile dello scrittore ungherese Lászó Krasnahorkai sa che l'impermanenza è sempre tema dominante.
I suoi romanzi, definiti apocalittici, di fatto sono sguardi trasversali e beffardi.
In questa nuova prova letteraria prevale una forma di disfattismo che è segno del nostro tempo.
È sempre l'uomo ad essere al centro della scena.
Nel suo vagare senza meta c'è un'ansia esistenziale che è causata dall'assurdità della realtà.
Nelle frasi lunghe ci si può perdere per poi ritrovarsi nelle disquisizioni filosofiche di alcuni capitoli.
È come se la parola fosse o un fiume in piena o trattenuta dal bianco della pagina.
Una sperimentazione letteraria che vale la pena di leggere.
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