"Sfinge"
Gabriele Di Fronzo
Einaudi Editore
"Penso che quel che appartiene al passato non sia vero, e penso che tutto quel che concerne il futuro sia falso."
"Sfinge", pubblicato da Einaudi Editore, è un viaggio nella rivelazione.
Di quel prima e di quel dopo che si tengono insieme attraverso un filo sottilissimo.
È il bisogno di un Altrove che dia senso alla parola.
È la necessità di comprendere cosa resta e cosa si trasforma in nulla.
Non credo sia casuale la scelta del titolo, perché anticipa una scrittura simbolica, fatta di segni, pause, silenzi.
Dove niente è affidato al caso perché Gabriele Di Fronzo è da sempre un giocoliere abile.
Ci fa intravedere ipotetiche filosofie ma saremo noi a dover seguire il percorso narrativo affidandoci completamente alla letteratura.
Ci si chiede come sia riuscito l'autore a dare voce ad un protagonista come Matteo Lesables.
Vicino alla pensione, con un cinismo reattivo, distaccato e lucidissimo, è colui che riesce ad interpretare la fluidità della materia, lo sbriciolamento del tempo.
Il suo ultimo viaggio da Torino a Shanghai in compagnia di un reperto storico (la Sfinge) ha le sembianze di un allontanamento.
Da un modo di pensare, da un amore infranto, da facili certezze.
E nella città dalle mille ambiguità ci si confronta con ciò che si distrugge per ricomporsi in altre forme.
Un romanzo perfetto nello stile, nella forma, nella capacità di farci sentire ciò che realmente siamo.
E nel finale capiremo quanto preziosa sia la narrazione.
Complimenti all'autore per una prova di altissimo livello culturale.
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