"Gli unici indiani buoni" Stephen Graham Jones Fazi Editore
Parlare di "Gli unici indiani buoni", pubblicato da Fazi Editore grazie alla traduzione di Giuseppe Marano, non è facile.
Un intreccio di generi e una tensione narrativa come una corda tesa sull'abisso.
E l'abisso riusciamo a vederlo, a sentire l'orrore.
Stephen Graham Jones non ci risparmia niente convinto che il dramma vada esplorato.
Quattro amici, Lewis, Gabe, Cassidy e Rick.
Sono indiani vissuti in una riserva ai confini del Canada.
Quando varcano i confini del loro territorio verranno sferzati da un'atmosfera di diffidenza ed odio.
La morte di Rick resta un mistero e a distanza di anni bisogna conoscere la verità.
Un episodio della gioventù è una macchia che torna con invadenza, diventa un incubo.
Impossibile raccontare la trama senza svelare passaggi fondamentali.
Un impianto narrativo che ricorda il thriller ma la maestria dello scrittore va oltre e introduce elementi disturbanti.
La vendetta e la colpa, il rimorso e la paura, il mistero e la razionalità.
La Natura pronta a ribellarsi, la difficoltà di integrarsi, le leggende e le tradizioni degli indiani d'America.
Spero di avervi convinto a leggere il libro.
Sono certa che vi spiazzerà e vi costringerà a fare i conti con i vostri demoni.
Una scrittura labirintica, suggestiva, a tratti visionaria.
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