"La mia Ingeborg" Tore Renberg Fazi Editore
"L'amavo in maniera totale, come nessun altro uomo ha mai amato una donna e maledico le forze demoniache che me l'hanno portata via."
Una scrittura dura, implacabile.
Minimalista, essenziale, a tratti frammentata.
Un flusso di coscienza che sta per esplodere e poi torna indietro verso l'opacità del presente.
Voce narrante di "La mia Ingeborg", pubblicato da Fazi Editore grazie alla traduzione di Margherita Podestà Heir, è l'anziano Tollak.
Figura controversa, spigolosa, incapace di confrontarsi con gli altri.
Alla morte della moglie sente il bisogno di confessare le sue colpe ai figli che da tempo hanno preso le distanze dalla famiglia di origine.
Un monologo drammatico, feroce dove non si cerca l'assoluzione.
Forse nemmeno il perdono perché è troppo tardi.
In una Norvegia cupa e distante si celebra la tragedia e nel finale illuminato dalle fiamme si scopre un'amara verità.
Chi è veramente il protagonista?
Cosa lo lega ad Otto e quanto il ritardo mentale di quest'ultimo influenza il romanzo?
Tore Renberg ci affida una storia difficile dove le crepe emotive sono infinite.
Le sue parole sono pietre lanciate nel vuoto di esistenze ferite.
Forte il pathos che cresce pagina dopo pagina trascinandoci in un vortice di tensioni.
Da leggere senza pause mentre il tempo si flette e diventa infinito.
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