"L'età fragile" Donatella Di Pietrantonio Einaudi Editore
"Il nostro luogo di nascita ci aveva protetti a lungo, o forse era stata una falsa impressione.
Siamo cresciuti in una sola notte."
Far riaffiorare il passato a lungo taciuto.
Liberarsi dal senso di colpa.
Affidare alle parole il compito di rielaborare il lutto.
Sono passati tanti anni ma la morte di Virginia e Tania deve uscire dal silenzio.
Donatella Di Pietrantonio torna nel suo Sud e ancora una volta riesce a coglierne gli anfratti bui.
Lo fa con una scrittura impeccabile, creando una struttura narrativa che si muove su più piani.
"L'età fragile", pubblicato da Einaudi Editore, ci coinvolge tutti e ci parla con voce suadente.
Ammettere la propria debolezza significa fare il primo passo per ricostruirci.
Lucia sa dare forma al romanzo perché ha il coraggio finalmente di affrontare i fantasmi personali e collettivi.
È rimasta ancorata alla sua terra, è molto legata al padre anche se sente che i loro mondi sono inconciliabili.
La figlia Amanda ha aperto le ali ed ha scelto di vivere a Milano.
Una breve parentesi che si conclude con il ritorno a casa e gli occhi spenti.
La difficoltà di parlarsi si palesa e
ingombra i giorni di ombre.
Tre generazioni in un testo che vuole essere liberatorio.
Dalla schiavitù del patriarcato, dalle inadeguatezze, dalle paure di vivere.
Certamente il libro più politico, più oggettivo, più corposo.
Da leggere per perdonarsi, andare avanti, scegliere di restare, imparare a ricostruire.
Bellissimo.
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