"La famiglia" Sara Mesa La Nuova Frontiera
"Guarda con attenzione, ma non dire niente.
Solo guarda e impara."
Sara Mesa piace perché introduce nel suo universo narrativo lentamente, senza iniziali scosse.
Lancia piccoli segnali, disarmonie che iniziano ad aprire crepe.
La descrizione della casa, la disposizione delle stanze in "La famiglia", pubblicato da La Nuova Frontiera grazie alla traduzione di Elisa Tramontin, non è solo un incipit.
È uno stato d'animo, una condizione di oppressione che anticipa la trama.
Padre, Madre, due bambine, due bambini e le dinamiche familiari sempre più stringenti.
Nell'ambivalenza della figura maschile si cela uno squilibrio emotivo.
Ma l'autrice non si ferma a questa prima analisi.
Ci permette di ascoltare, osservare, intuire un disagio.
Quel Progetto di famiglia perfetta è costruito secondo le regole di una società patriarcale ma assume aspetti molto più preoccupanti.
È come se si volesse far credere di avere libertà mentre le maglie di un'educazione ossessiva imprigionano i protagonisti dentro la gabbia del perbenismo.
Ancora una volta la scrittrice spagnola attraverso una parola essenziale compie un atto di denuncia.
Un romanzo importante, utile per gli educatori e per i figli.
Per i sociologi e gli psicologi, per gli insegnanti.
Per chi è fermo sulle sue posizioni e per chi crede in un'affettività altra.
Leggetelo.
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