"James Brown si metteva i bigodini" Yasmina Reza Adelphi Editore
"Abbiamo vissuto con la cantante Céline Dion nel corpo di nostro figlio Jacob Hutner."
Chi ha letto "Felici i felici" ricorderà i coniugi Hutner e il loro figlio Jacob che dall'età di cinque anni inizia ad appassionarsi alle canzoni di Celine Dior fino a riconoscersi nella cantante.
Li ritroviamo in "James Brown si metteva i bigodini", pubblicato da Adelphi Editore nella traduzione di Daniela Salomoni.
Una piéce teatrale che in un centinaio di pagine crea una sorta di realtà parallela.
Siamo in una casa di cura con uno splendido parco.
Ai tre personaggi si aggiunge Philippe, con problemi di identità, convinto di essere nero, e una psichiatra molto sui generis.
Nel corso della lettura ci si chiede chi siano i pazzi e chi i sani e dove si trova il confine tra i due mondi.
Il sarcasmo grintoso di Yasmina Reza rivela l'incapacità di accettare le patologie mentali, il senso di impotenza ed una certa tentazione a mollare gli ormeggi e a scegliere quella parte di sé che inventa identità altre.
Veloce la scrittura con frasi ricorrenti e pochi dettagli paesaggistici.
Ancora una volta al centro della narrazione c'è quella parte dell'essere umano che rifiuta ogni categorizzazione.
In una società pervasa da un realismo ossessivo questo testo è una divertente e spinosa disgressione.
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