"Napalm nel cuore" Pol Guasch Fandango Libri
"Il mio corpo mutava con il mutare dello sguardo altrui: diminuiva, si espandeva, scoppiava. Il mio corpo sprofondava in un mondo per il quale non era stato costruito. Abbassavo il tono di voce. Parlavo a mormorii."
Una scrittura veloce, frammentaria.
Parole rotolano sulla pagina mentre le immagini sembrano incubi ad occhi aperti.
Il ritmo è ondulatorio, incostante.
La voce oscilla tra il sogno e la realtà.
Due figure dominano la scena: la madre e Boris.
In un gioco di sequenze nelle quali si scompaginano i bordi Pol Guasch parla di amore complicato, di corpi in cerca di pace, di desiderio e di mancanza di assoluzione.
"Napalm nel cuore", pubblicato da Fandango Libri grazie alla traduzione dal catalano di Amaranta Sbardella, ha un virtuosismo dialettico e una forte dose di masochismo.
La voce narrante senza nome si muove come se fosse in bilico tra desiderio e resistenza.
Nelle descrizioni che si fanno troppo vivide è contenuto un dolore che non sa esplodere.
Una storia difficile da leggere, inquietante, tragica.
Un viaggio senza tempo verso spazi di libertà agognata.
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