"Stelle solitarie" Cristina Marconi Einaudi Editore
"Scrivere di malattia, analizzare la propria anima in un momento difficile è una forma di militanza, penso, aiuta ad allargare i confini di quello di cui si parla, dell'esperienza umana condivisibile."
Non è facile camminare con lo stesso passo di chi sta sperimentando la malattia.
Essere leggeri e capaci di far intravedere la bellezza.
Accostarsi senza invadere spazi già ridotti, evitare parole consolatorie che risultano senza senso.
Cristina Marconi racconta la sua esperienza prima accanto al marito e poi con l'amica Vera.
Entrambi sono stati colpiti da un male che si pronuncia con difficoltà.
Leggendo "Stelle solitarie", pubblicato da Einaudi Editore, intraprendiamo un cammino difficile, sempre illuminato da una scrittura pacata, sincera, lucida e profonda.
L'autrice e Vera partono per un viaggio che potrebbe essere scambiato per una illusoria necessità di sperare.
Huston è all'avanguardia nelle terapie oncologiche ma è anche luogo in cui ognuno cerca sé stesso.
Complessa, a tratti distopica, sfuggente e ambigua la città offre un ventaglio di interpretazioni.
La scrittrice ci conduce per mano alla Rothko Chapel, alla Cy Twombly Gallery con lo spirito dell'archeologa e della storica.
Siamo immensi nel senso profondo del bello, ne siamo appagati e consolati.
Giriamo per le strade sapendo di essere all'interno di un meccanismo più grande di noi.
La fatica del vivere si attenua, sentiamo di essere utili perché stiamo respirando all'unisono e anche noi ci percepiamo come stelle solitarie.
Cristina Marconi racconta l'amore complicato e l'amicizia fatta di silenzi e risate e discese e risalite.
Ci regala una storia che nella purezza della prosa, nell'eleganza di un eloquio colto e raffinato, nel coraggio di esplorare il buco nero del cancro riesce a darci speranza.
Si va avanti insieme "in uno spazio molto grande, in cui tutto può succedere, sfrontato, fiducioso, molto spesso solitario."
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