"L'isola e il tempo" Claudia Lanteri Einaudi Editore
La parola si fa circolare, forma spirali e poi torna lineare come un lungo filo che resiste alle intemperie.
Entra, esce, si acquatta tra i pensieri, è liscia, ruvida, sbatte sugli scogli, elabora ricordi.
Si ferma, prende fiato, ricompare e nelle inflessioni di una lingua antica attinge linfa per ricominciare a raccontare.
"L'isola e il tempo", pubblicato da Einaudi Editore nella Collana"Unici", ha i tratti di un classico, la tensione di un noir, la dolcezza di un memoriale, il coraggio di una testimonianza.
Mentre si legge tutto svapora, restano le pagine che odorano di mare e di terra.
Portano con sé il mistero di un naufragio, il sapore agrodolce di qualcosa di irrisolto.
Voce narrante è un bambino, Nonò.
Sarà lui a condurci all'interno di una trama in un arco temporale indefinito.
In quest'alternanza di stagioni si evolve la narrazione.
Cambia intonazione, si fa cupa, triste, gioiosa, intensa, dilatata.
Il sopravvissuto sbarcato sull'isola balbetta la sua versione dei fatti ed è poco convincente.
Ma in una terra dove tutto fluttua nell'indefinito nessuno fa caso alle contraddizioni.
Quando viene ritrovata la bambina che con la la famiglia era insieme al naufrago non ci si sforza di capire.
Il padre, la madre, il fratello, la sorella sembrano inghiottiti dal nulla e in quel nulla carico di sospensione la vita degli isolani continua, trascinata dalle bizzarrie di esistenze che a tutto si adattano.
Un lembo di terra circondato dall'acqua, dove i turisti arrivano curiosi ma non riescono a decifrare quel mondo così fermo, forse rassegnato.
Claudia Lanteri scrive un romanzo meraviglioso che sorprende per la forma impeccabile, per la cura nella scelta dei fonemi, nello sviluppo di un percorso letterario aperto, dove non esiste un finale finché ci sarà disposto ad essere cantastorie.
Della Sicilia si delineano tracce evidenti come piccoli scorci sociali.
Pennellate che ricordano la statica bellezza di luoghi senza età.
Non ci sono accelerazioni ma lievi oscillazioni come onde che arrivano a lambirci.
Un esordio brillante, poetico capace di regalarci l'insondabile.
Un abbraccio a chi ama la purezza di una cultura che sa offrire l'altrove senza idealizzarlo né demonizzarlo.
Complimenti di cuore.
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