"Lasciarsi cadere" Lidia Yuknavitch Nottetempo Editore
"Siamo chi immaginiamo di essere.
Ogni io è un romanzo in fieri.
Ogni romanzo una bugia che nasconde l’io.
Questa, lettrici e lettori, è una storia madre-figlia."
La poetica della dispercezione, della lacerazione dell'Io, dell'incolmabile divario tra Est e Ovest.
Torna in libreria Lidia Yuknavitch che in "La cronologia dell'acqua" ( Nottetempo 2022) ci ha narrato con lucidità la sua storia.
La nuova prova letteraria, pur mantendo una scrittura che nella frammentazione trova la sua cifra stilistica, si allontana dal sè ed esplora l'universo femminile.
"Lasciarsi cadere", pubblicato da Nottetempo Editore grazie alla traduzione di Alessandra Castellazzi, racconta la capacità di mimetizzarsi.
Essere altra per salvarsi, per inventarsi, per riscrivermi.
La scrittrice e la bambina: due entità che arrancano, costrette a celarsi dietro un'apparente forza.
Per sopravvivere, per prendere le distanze dal dolore.
Il bianco e il blu mezzanotte: opposti estremi di due mondi distanti.
Occidente e Oriente: strappi impossibili da ricucire o esiste una possibilità di unione?
Basta una foto che testimonia la perdita dell'innocenza a scatenare la pietà?
Dietro quella che potrebbe essere scambiata per ossessione c'è molto di più.
C'è il tormento di una madre che ha perso una figlia, il bisogno di dare amore.
Ancora una volta la scrittrice va alla radice della disperazione, quella che aleggia senza nome e senza volto.
Quella di coloro che hanno subito e sulla pelle portano tracce indelebili.
Un libro di immagini e colori, di animalità e di compassione, di follia e di rabbia.
Solo la scrittura concede tregua e forse imparare a riunire le parti di una coscienza ridotta a brandelli.
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