"Bestie" Federico Tozzi Fazi Editore
"Ecco che la mia tristezza veniva ad oscurare definitivamente la mia anima."
Il mondo si scolora nello sguardo accorato di Federico Tozzi.
Immagini in bianco e nero, ricordi d'infanzia, amori impossibili, distanze che non riescono ad incontrarsi.
Frammenti che nella prosa espressiva e sfuggente narrano un vissuto di piccole cose.
Basta il volo di un uccello o il colore di un campo a riempire la pagina.
Scorrono le parole attraversate da una malinconia antica, eterea e tragica, poetica e struggente.
Lo sguardo ha l'universale bisogno di interrogarsi su tutto e in questa ricerca perenne c'è una sacralità laica difficile da descrivere.
"Bestie", pubblicato nel 1917, torna in libreria grazie a Fazi Editore e nello stile, nella forma, nella capacità di sintesi si percepisce la modernità dell'autore.
La madre che continua a vivere nell'anima, la città che strega con i suoi labirintici itinerari, la terra che si tinge di sfumature, l'arsura di un tempo nemico mentre il giorno e la notte portano presagi da interpretare.
Siena e i suoi scenari evanescenti, nebulosi creano una sorta di illusione visiva.
Splendide nella loro essenzialità le illustrazioni ideate da Giuseppe Salvatori.
Per comprendere il senso del titolo bisogna leggere la postfazione di Edoardo Albinati e il cerchio si chiude su una poetica che sa far vivere le antinomie.
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