"La luce laggiù"
Sara Fruner
Neri Pozza
"Il binario è deserto. Un deserto lungo e stretto. Potrebbe essere una galleria. Un corridoio. Un sommergibile. Quando arriverò a casa, andrà meglio."
Una stazione e l'attesa mentre il tempo diventa paesaggio mentale.
Ricordi si sovrappongono, popolano le pagine, ricompongono emozioni.
Moreno frammenta il suo prima, ne coglie luci e ombre, traumi e colpe.
L'arte fotografica è ciò che rende chiaro ciò che non si comprende.
"La luce si sfila dall’abbraccio del silenzio e il suo sussurro lo raggiunge ovunque."
"La luce laggiù", pubblicato da Neri Pozza, alterna la prosa ad una lirica minimalista.
Due voci narrative sono canti solitari che nell'intreccio costruiscono un'armonia fatta di pause, accordi spezzati, figure in controluce.
Sara Fruner ci regala un romanzo che è un merletto prezioso.
Ci riconosciamo nel suo personaggio, ne seguiamo i passi, attratti da quella ricerca di un luogo anche metaforico dove fermarsi e riprendere fiato.
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