"Vivere con gli uomini"
Manon Garcia
Einaudi Editore Stile Libero
"Questo processo scuote qualcosa in noi, noi che aspettiamo tutte insieme. Siamo emozionatissime nel vedere arrivare Gisèle Pelicot, affiancata dai suoi due avvocati che sembrano proteggerla dalla violenza del mondo, accolta ogni mattina e ogni sera da applausi. In questo atrio di tribunale, l’idea di un «tutte noi» ha un che di palpabile, di concreto."
La filosofa francese Manon Garcia per mesi si reca al tribunale di Avignone per seguire il processo al settantaduenne Dominique Pelicot che per anni ha drogato e violentato la moglie insieme a una cinquantina di uomini.
Giséle Pelicot era ignara di questi terribili abusi perché sotto effetto di stupefacenti.
Partecipano al dibattito femministe e donne qualunque e questa presenza è segno di una ribellione ad un sistema patriarcale e maschilista.
Tanti anche gli uomini presenti, forse attratti "dalla fascinazione morbosa del male."
"Vivere con gli uomini", pubblicato da Einaudi Editore nella Collana Stile Libero grazie alla traduzione di Luciana Cisbani, non è solo cronaca.
Studia i colpevoli, indaga sulle falle del sistema giudiziario francese, ma soprattutto ci interroga sulla "concezione sociale dello stupro."
Il libro ha una lucidità travolgente nell'affrontare le radici della brutalità e nel sottotitolo " Che cosa ci insegna il caso Pelicot" ci fa già intravedere l'obiettivo del testo.
L'autrice pur affrontando l'aspetto filosofico e antropologico del problema, si distacca dal suo ruolo di intellettuale sviluppando un approccio soggettivo.
Il taglio politico offre una visione complessiva che investe la relazione tra i due sessi, gli sbilanciamenti culturali e ideologici, l'incapacità di vedere ciò che prova la vittima.
Dove finisce la normalità e inizia la patologia e soprattutto cosa spinge l'essere umano a tanta crudeltà?
Il capitolo intitolato "Bisognerebbe amare un po' le donne" ci offre una risposta.
Da leggere e da meditare per imparare a reagire ad ogni forma di prevaricazione.
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