"Nella lobby dell'hotel dei sogni"
Genevieve Plunkett
minimum fax
"Portia aveva l'abitudine di lasciarsi guidare dalle proprie associazioni mentali.
Tendeva a confondersi, le sue vaghe associazioni mentali si mescolavano a un'immaginazione iperattiva e a una buona dose di insicurezza."
Chi è veramente Portia?
Una donna affetta da un disturbo bipolare?
Man mano che ci si inoltra tra le pagine di "Nella lobby dell'hotel dei sogni", pubblicato da minimum fax nella Collana "Sotterranei" e tradotto da Francesca Montuschi, ci si accorge che non è la patologia l'oggetto del romanzo.
Emerge il ritratto di una figura femminile fantasiosa, bisognosa di amore e attenzioni, di comprensione.
Il suo mondo così ricco di sfumature oniriche è l'unica oasi di pace dove dare libero sfogo alla creatività.
Nei suoi sogni ad occhi aperti c'è un universo ricco di percezioni, ambizioni, incontri, fantasticherie.
La famiglia di origine e poi il marito non comprendono la sua interiorità, le tarpano le ali costringendola a ricoveri presso ospedali psichiatrici.
Vorrebbero un'altra lei che non esiste e la nostra protagonista viene schiacciata dal senso di colpa, dalla percezione di essere inadeguata.
Genevieve Plunkett ci regala un gioiello letterario.
Splendida la scrittura capace di restituirci il travaglio interiore del suo personaggio.
Articolata la trama che ha una tensione narrativa altissima.
Ben delineato il corollario umano che si affaccia nel testo creando il controcanto dei cosiddetti sani.
Da leggere per imparare a gestire le proprie insicurezze, per dare spazio agli strati più profondi del sè, per non lasciarsi condizionare da pregiudizi nel giudicare chi arranca nella salita che la vita ci impone.
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