"L'uomo che non voleva piangere"
Stig Dagerman
Iperborea
Nella raccolta di racconti "L'uomo che non voleva piangere", pubblicata da Iperborea grazie alla traduzione di Fulvio Ferrari, è racchiusa la sfaccettata narrativa di Stig Dagerman.
Una figura che paragonata a Kafka, a Faulkner, a Camus, mantiene una voce unica nel panorama culturale internazionale.
In bilico tra realismo e surrealismo, esistenzialismo e idealismo, l'autore svedese riesce a rendere visibile la contraddizione e la dissociazione dell'essere umano.
Pur nella diversità dei contenuti, nelle variazioni linguistiche, nelle metafore spinte c'è sempre l'attenzione a tutto ciò che frantuma l'animo.
I personaggi danno la sensazione di essere estranei a sé stessi ma osservandone con attenzione le movenze ci si accorge che sono forme esasperate di distacco necessario.
È come se ogni azione che sembra esagerata o incomprensibile nasconda un dolore antico, atavico, estremo.
Per imparare a proteggersi dalla razionalità quando questa diventa insopportabile.
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