"Il cielo cent'anni fa" Yulia Marfutova Keller Editore
"Questa è una regione di proverbi e di storie che ti si stagliano davanti, si dispiegano a perdita d'occhio e si sfrangiano in filoni paralleli."
A cosa servono le storie?
A rendere più accettabile la realtà, a dilatare le menti, a credere nelle favole.
È quello che succede in "Il cielo cent'anni fa", pubblicato da Keller Editore grazie alle traduzione di Scilla Forti.
Ambientato in un villaggio russo dove tutto scorre con lentezza la Storia è un'eco lontana.
Gli anziani interpretano i segni della Natura, decodificano segnali che suonano come presagi, ascoltano il sussurro del fiume.
In questa immobilità apparente si vive di congetture, tradizioni, vecchi proverbi.
L'arrivo di un estraneo rompe l'incantesimo e come in una favola si è costretti a interrogarsi.
Il romanzo si snoda intorno al 1918 e vuole essere una metafora del presente.
La rivoluzione, la guerra assumono nuovi significati, mostrano che nessuno può scampare alla verità.
Un libro che mostra il ruolo degli anziani all'interno delle società, lo sguardo aperto dei giovani curiosi di confrontarsi con la diversità, il valore delle piccole cose e degli affetti.
Yulia Marfutova ha vinto diversi premi e mi auguro che anche in Italia abbia il successo che merita.
Da leggere per ricordare che:
"Non esiste nulla che non si possa pensare."
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