"La giovinezza di Martin Birck" Hjalmar Söderberg Iperborea
Già in "Il gioco serio" ( Iperborea 2000) avevamo apprezzato la modernità di un autore che anticipa le modalità narrative del Novecento.
Hjalmar Söderberg fu decisamente un autore di rottura rispetto al suo tempo, capace di evidenziare le conturbanti emozioni dei suoi personaggi.
Assetati di vita, pronti a sfidare sé stessi e gli altri, anticonformisti, percorsi dal brivido del dubbio.
"La giovinezza di Martin Birck", pubblicato da Iperborea grazie alla traduzione di Massimo Ciaravolo, fu dato alle stampe nel 1901.
Mise in crisi parecchi critici.
Era una scrittura innovativa, molto introspettiva, descrittiva ma al contempo con sfumature filosofiche.
Sin dalle prime pagine ci si rende conto che non si tratta del solito romanzo di formazione.
Il protagonista, Martin, già da bambino, ha la tendenza ad isolarsi in un mondo tutto suo.
Sa però osservare con spirito intuitivo i comportamenti degli adulti e dei suoi coetanei.
La sua ribellione è sotterranea, come un bulbo che solo al momento opportuno si paleserà nel terreno.
Le domande che si pone sembrano semplici ma contengono il senso dell'esistenza.
Dalla morale alla religione, all'amicizia al ruolo della parola scritta.
Anche la scrittura pur risentendo di moduli classici, ha l'impostazione libera di chi prova ad interpretare da più punti di vista il mondo.
Da leggere assolutamente perché dalla figura principale si traggono insegnamenti che aiutano a capire cosa vogliamo veramente da noi stessi.
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