"Io?" Peter Flamm Adelphi Editore
"Chi è questa donna? Come si chiama? Per chi mi prendono queste persone? È un errore. Ma allora chi sono io, chi sono io?"
Scritto nel 1926 "Io", pubblicato da Adelphi Editore grazie alla traduzione di Margherita Belardetti, lascia tramortiti.
È la storia di un uomo qualunque, Wilhelm Bettuch che durante la ritirata dalla Prima Guerra Mondiale si impossessa del passaporto di un cadavere.
Attraverso una scrittura concitata, ossessiva, convulsa assistiamo alla mutazione del protagonista.
Spinto da una forza interiore sconosciuta prende i panni del morto.
Nessuno si accorge dell'imbroglio, solo il cane ha un atteggiamento di sfida.
Tra deliri e sensi di colpa il romanzo procede offrendoci la visione di un personaggio che cerca sé stesso.
Martellante, furioso, meditabondo il testo mostra non solo la fragilità umana, ma anche il bisogno di uscire dal sé.
Sullo sfondo ad accentuare il pathos gli orrori della guerra.
Peter Flamm, pseudonimo di Erich Mosse, ha virtuosismo dialettico.
Sembra di entrare all'interno di una tragedia greca arricchita da evidenti risvolti psicoanalitici.
L'autore, amico di Thomas Mann, era uno psichiatra ebreo.
La sua storia personale attraversa il testo, crea una tensione emotiva fortissima, evidenzia la scissione della personalità.
Da leggere per interrogarci sulla nostra vera identità.
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