"La luce difficile" Tomás González La Nuova Frontiera
"Quella notte passai molto tempo sveglio. Vicino a me, neppure Sara dormiva. Guardavo le sue spalle scure, la sua schiena, ancora snella a cinquantanove anni, e trovavo conforto nella sua bellezza. Ogni tanto ci prendevamo per mano."
"La luce difficile", pubblicato da La Nuova Frontiera grazie alla traduzione di Lorenzo Ribaldi, è terapeutico.
Insegna a convivere con il dolore, a trasfigurarlo e a liberarlo.
In un continuo rimando di un prima e un dopo il romanzo ha il potere di farci cogliere la meraviglia della luce.
Una luce reale ed una metafisica in un connubio che trasforma le pagine in un viaggio di guarigione.
David ha lasciato la sua terra per trasferirsi prima a Miami poi a New York insieme alla moglie Sara e ai tre figli.
Un incidente stradale rende paralitico Jacopo che sceglie l'eutanasia per porre fine ad un'esistenza dimezzata.
Al padre tocca il compito di accettare e rispettare questa volontà provando a cercare nella pittura la strada della purificazione e della redenzione.
Due sfondi fanno da cornice a questa storia commovente senza essere scontata.
L'America e la Colombia sono facce contrapposte di modo di essere e di esistere.
Tomás González celebra l'amore in tutte le sue forme, parla di morte come di un percorso verso nuovi lidi, ha una visione laica e profondamente spirituale del cammino dell'essere umano.
Ha il coraggio di affrontare questioni morali senza giudizi ma con la libertà di chi crede nell'autodeterminazione.
Un libro impregnato di pathos che si stempera nelle tele.
L'arte diventa metafora di un percorso spirituale intimo e solitario.
Andare oltre il buio: è questo l'invito che ci coinvolge e commuove.
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