"Il mio sottomarino giallo" Jón Kalman Stefánsson Iperborea
"Fuggire dal dolore, dal rimpianto, dalle preoccupazioni, dalle responsabilità, dalla banalità del quotidiano, dai tradimenti, dalle tragedie, dalle mani pesanti, dall'ira di Dio."
Le contorsioni della mente alla ricerca di ciò che è perduto.
La madre, il tempo, la musica, i ricordi, le fantasie, i rimpianti, i silenzi.
Placare il dolore della perdita attraverso una scrittura che si nutre di sogni, irrealtà, visioni.
Fermare le immagini e rivivere quel momento in cui tutto si è fermato.
La figura materna scompare come inghiottita dal nulla e restano le lacrime mai versate del bambino cresciuto in fretta.
Interrogarsi sulle congiunzioni di vita e morte, sul ruolo della spiritualità, sulla sacralità della memoria.
"Il mio sottomarino giallo", pubblicato da Iperborea grazie alla traduzione di Silvia Cosimini, non è un libro facile o scontato.
È autobiografico ma affronta gli snodi esistenziali che da sempre assillano l'uomo.
È un vagabondaggio necessario, un viaggio senza tappe intermedie.
"E mi sembra di vedere le stelle sopra di me strizzare l'occhio, come per prendermi in giro."
Jòn Kalman Stefánsson con la sua prosa elegante e colta ci fa intravedere uno spicchio di cielo.
Sta a noi trovare la stella che ci condurrà alla meta.
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