"Ultracorpi" Francesca Marzia Esposito minimum fax
"Un corpo troppo grosso o troppo magro vive della stessa illusione di sentirsi al sicuro dagli attacchi esterni. Si confina. La massa crea un argine invalicabile, così come le ossa. Il corpo diventa un’isola protetta. Si vive nell’idea confusa che la chiusura serva a protezione. Lui si è sentito forte ricoperto dai muscoli, io mi sono sentita inattaccabile svuotata delle carni."
Francesca Marzia Esposito parte dall'esperienza personale nel suo (nostro) "Ultracorpi", pubblicato da minimum fax.
Un fratello, una sorella e i poli opposti di una stessa "ricerca utopica di perfezione."
Il saggio diventa uno specchio nel quale dovremo avere il coraggio di guardarci.
Senza alibi, senza inutili giri di parole.
L'analisi sviluppata dall'autrice mette a nudo il conflitto tra interiorità ed esteriorità, tra massa e vuoto, tra desiderio e ossessione.
Voler essere altri?
Distinguersi o essere diversi?
Affidare al corpo quel messaggio che non riusciamo a pronunziare, sfidare il limite della resistenza fisica e mentale.
Tante le sollecitazioni accompagnate da esempi che aiutano ad entrare nelle dinamiche di una subcultura che ci pretende immacolati.
Esseri come macchine, senza anima e pensiero.
"Il corpo è la cosa di cui possiamo disporre senza chiedere il permesso. E lì scolpiamo la nostra diversità, ceselliamo il nostro rifiuto, la voglia di eccedere, di forzare, di essere. Credersi padroni del proprio corpo è una bugia molto convincente."
La scrittrice offre l'opportunità di rivedere il nostro concetto di bello, perfetto ma anche di insoluto, frammentato, dissociato.
Lo fa con un linguaggio scorrevole, molto diretto.
Le sue parole ci mettono all'angolo e per uscirne dobbiamo imparare ad accettarci.
Da leggere e far leggere, da proporre per stimolare il dibattito, per cercare di far coincidere l'essere e il non essere.
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