"Arresti domiciliari Diari della pandemia" Alan Bennett Adelphi Editore
Rivivere l'esperienza del Covid grazie alla penna geniale di Alan Bennett è terapeutico.
Aiuta a rimodulare gli eventi cercando di far fluire il dolore.
Il senso di impotenza che abbiamo attraversato, le restrizioni imposte, la difficoltà ad accettare l'inaspettato, il tempo infinito si trasfigurano.
Entrano nel territorio del passato grazie ad "Arresti domiciliari Diari della pandemia", pubblicato da Adelphi Editore nella Collana Microgrammi.
Eccellente la traduzione di Mariagrazia Gini che restituisce il respiro arioso di una scrittura fuori dal comune.
In poche pagine si concentrano aneddoti, ricordi, riflessioni e quella ironia distaccata che ben conosciamo.
Non è casuale il riferimento alla tubercolosi degli anni Quaranta, utile a ricordarci che gli eventi si ripetono e dobbiamo fare tesoro dell'esperienza.
Le letture giovanili, il ritratto della madre, la fotografia del presente in un testo dove alla verve ironica si mescola una lieve malinconia.
In poche battute viene narrata l'esistenza degli anziani, il loro mondo ormai ristretto.
"Mi muovo molto meno di prima, grazie all’artrite. Siccome è finita l’epoca in cui potevo saltare in bicicletta e fare una scappata ai negozi, questa vita statica e semi-isolata non mi priva di chissà cosa e nemmeno sconvolge le mie abitudini."
Non mancano le battute brillanti e una sottesa critica alla gestione della pandemia.
Divertente, caustico, irriverente ed educativo.
Per comprendere se e come siamo cambiati.
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