"Luna rossa" Jo Nesbø Einaudi Editore Stile Libero
"Noi esseri umani siamo convinti che gli eventi siano una conseguenza di quelli che li hanno preceduti, e non il contrario."
Jo Nesbø è tornato con il suo modo sghembo di guardare il mondo, con una filosofia alternativa che fa ruotare la prospettiva.
Maestro del noir, ha innovato il genere grazie ad una sensibilità fuori dal comune.
Nelle trame c'è sempre l'attenzione alla psiche dei personaggi, la logica del comprendere, un flusso caldo di umanità.
"Luna rossa", pubblicato da Einaudi Editore nella Collana Stile Libero, è il manifesto del suo pensiero.
Un romanzo accorato, a tratti tragico, la lotta di chi non ha più nulla da perdere.
Ancora una volta Harry Hole ha quei tratti distintivi che lo rendono compagno.
Più che in altre prove letterarie si mostra al lettore senza reticenze.
È fragile, ferito, deluso.
Un fuscello senza dimora e senza pace.
L'alcool gli dà sprazzi di tregua mentre il tempo è meccanismo inceppato.
Gli restano i sentimenti, i ricordi, le emozioni.
Sarà questo bagaglio mentale a spingerlo a reagire.
L'incontro con Lucille, ex attrice settantenne, ricattata da una gang messicana, è più di un'amicizia.
In lei rivede la madre e ciò che ha significato.
C'è un momento nel testo di forte impatto emotivo.
"Dopo aver fissato la bocca di una Glock 17, la voglia di morire gli era passata. E anche quella di bere, perlomeno in quel modo. Se doveva fare la guardia a Lucille, doveva anche mantenersi ragionevolmente sobrio."
La vita e la morte e l'esile confine tra loro.
Credo sia questo il senso di un testo dalla trama fitta e intrigante.
Due giovani ammazzate e il bisogno di capire da dove si genera il Male.
Insieme ad una squadra di perdenti si torna ad agire.
Non è casuale il riferimento ad dipinto di Van Gogh.
Si cade ma restano i bagliori intensi del colore giallo che è segno di rinascita.
Un libro che lascia senza fiato, che insegna ad accettare il dolore.
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