"Gli innamorati" Peppe Fiore Einaudi Editore
"Legarsi così tanto a uno che non sei tu, arrenderti e consegnargli pezzi interi di te stessa senza nessuna garanzia di restituzione.
Che cosa resta di noi quando ci siamo dati fino a questo punto all'altro?
Ruota intorno a questo quesito il nuovo romanzo di Peppe Fiore.
Già in "Dimenticare" (Einaudi 2017) avevamo apprezzato la sua capacità di analizzare i sentimenti.
Liberarli da ogni forma di romanticismo melenso e restituirli puri, integri e certamente dolorosi.
In "Gli innamorati", pubblicato da Einaudi Editore, non è solo il legame uomo donna ad essere vivisezionato.
Il rapporto genitori figli, le amicizie senza tempo, le relazioni in ambito lavorativo diventano materia incandescente.
Cosa succede a Flaminia quando scopre che il marito Carmine è coinvolto in un giro di riciclaggio?
Come può un architetto tanto apprezzato essersi piegato ai loschi interessi dei palazzinari?
Qualcosa si spezza nel cuore della donna ed il bisogno di verità è più forte dell'amore.
Tra immagini retrospettive dove emergono frammenti di ricordi e un presente che corre veloce si sviluppa una trama compatta, filtrata da un'indagine psicologica spietata.
Vengono alla luce vecchi e nuovi intrighi politici, poteri economici e mistificazioni della realtà.
Coprotagonista è Roma con i suoi segreti e la sua fragilità.
Una città ferita che mostra il suo volto più onesto.
Ricchi e poveri, giovani e anziani in una rappresentazione di grande attualità.
Peppe Fiore scrive un testo di forte impatto sociale, delinea una mappa dettagliata delle diversità sociali, racconta le innovazioni artistiche, le ribellioni studentesche, la difficoltà di essere sè stessi.
Ci invita a conoscere a fondo l'altro senza lasciarsi fuorviare dalla passione.
Ci regala una figura femminile forte, coraggiosa, libera.
Per comprendere a fondo il messaggio dell'autore suggerisco di riflettere sulle parole di Democrito, scelte come esergo:
"In realtà nulla noi conosciamo, perché la verità è nell'abisso."
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