"L'erba di nessuno" Enrico Testa Einaudi Editore
"Ho paura della parola degli uomini.
Dicono in maniera così netta ogni cosa:
questo si chiama cane e quello si chiama casa,
e qui sta l'Inizio e là sta la Fine."
Questa catalogazione distrugge il senso profondo dell'esistere.
È schermo che non coglie le ombreggiature, le percezioni, le visioni.
Rende tutto piatto, amorfo, incolore.
Enrico Testa compie la purificazione del fonema, lo rende sonoro, colorato.
Ne amplifica le risonanze, le diversità.
Il suo verso malinconico non nasconde lo smarrimento, ma si fa interprete dello scoramento.
Al contempo riesce a dare visibilità alle piccole cose che ci circondano, ad attraversare il mondo con sguardo appassionato.
La Natura che si immerge nel quotidiano, si fa compagna.
Il paesaggio degrada in tonalità diversificate e abbraccia l'uomo, lo stringe in una comunione spirituale.
"L'erba di nessuno", pubblicato da Einaudi Editore, racconta "una solitudine assoluta e senza nome".
Cerca gesti dimenticati, volti e vissuti.
Ci permette di sentire che l'irraggiungibile è vicino, invita a trovare "la propria somiglianza", "pozze nascoste di quiete", le minime grandezze."
Il testo è un viaggio frastagliato tra urti e scossoni.
È il vento che si incaglia tra le nostre miserie e libera lo stato di grazia.
Mentre l'amarezza si tramuta in dolcezza si ha voglia di tornare tra le pagine nella certezza che l'autore sta parlando di noi.
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