"Quando papà dava i numeri" Louise Meriwether SUR
"Io amavo teneramente tutta Harlem, e non volevo essere portoricana né nient’altro che non fosse il mio vecchio io arrugginito."
Francie e la difficoltà di crescere.
Una famiglia come tante che cercano di sopravvivere.
Una casa rattoppata.
Le amiche così diverse.
Le attenzioni sgradevoli degli uomini.
La violenza dei poliziotti bianchi.
La corruzione e le ingiustizie sociali.
I soldi sempre troppo pochi.
Il gioco e i primi amori.
Le gang di quartiere e le sommosse, gli arresti e le donne costrette a prostituirsi.
I blues e i cori in chiesa.
"Quando papà dava i numeri", pubblicato da SUR nella Collana BigSUR grazie alla traduzione di Silvia Manzio, ha la struttura di un diario.
La voce della protagonista riporta fedelmente le emozioni, le angosce, i timori di una ragazzina.
Le strade, i personaggi, i piccoli eventi quotidiani vengono illuminati da una scrittura che sa alternare dialoghi a riflessioni.
Ci restituisce l'America conflittuale, razzista, disillusa.
Quella che dovrebbe essere la terra promessa si rivela nella sua essenza.
La precarietà del lavoro, l'arte di arrangiarsi giocando i numeri, la povertà orgogliosa, il legame di una comunità che sa di essere penalizzata.
Louise Meriwether, giornalista, scrittrice, attivista per i diritti umani, racconta gli ultimi senza tentennamenti.
Concede il diritto alla dignità di esistere, denuncia le ingiustizie perpetrate sui neri, mostra la resistenza di chi lotta per sopravvivere.
Un romanzo bellissimo, lirico e al contempo crudo.
Coraggioso, brioso, colorato.
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