"Non sono morti gli déi" Konstantinos Kavafis Ghaphe.it Edizioni
"A volte una forma d'eterea giovinezza,
Indefinita, a rapida andatura
Passa al di sopra delle tue colline."
La malinconica ricerca dell'infanzia, la nostalgia straziante per una terra che è casa.
Il bisogno di ritrovare l'appartenenza ad un popolo glorioso.
Tornare nei luoghi di un tempo perduto, raccontare il rapporto dell'uomo con la divinità, l'incontro e lo scontro, il mistero celato nei segni di una civiltà da far rivivere.
"Non sono morti gli déi", pubblicato da Ghaphe.it Edizioni, tradotto e curato da Aldo Setaioli, offre una visione altra, meno intimista di Konstantinos Kavafis.
Il testo greco a fronte è un ulteriore tassello nella elaborazione dell'opera.
Sono presenti il disincanto e l'inquietudine, temi cari al poeta, smorzati dalla necessità di affrontare l'ignoto.
Rileggere il mito attraverso una dialettica simbolista, affidare alle immagini il compito di esplorare i campi complessi di un misticismo non solo formale.
Torna Itaca che è viaggio, avventura, scoperta.
Accennato il binomio carne desiderio, forte l'invito a non sfuggire a noi stessi.
Una scrittura asciutta dove il verso è esplicativo.
Una poetica ritmata dall'equilibrio dialettico del fonema.
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