"Ragazze elettriche" Naomi Alderman Nottetempo Editore
Vincitore del Baileys Women's Prize, "Ragazze elettriche", pubblicato da Nottetempo Editore e tradotto da Silvia Bre, è un romanzo corposo che si legge d'un fiato.
Ha una struttura narrativa che si adatta perfettamente alla serie TV ( già realizzata con il titolo "The power").
Con una geniale trovata vengono ribaltate le regole di una società maschilista.
Uno strano potere acquisito dalle ragazze crea una discrepanza di ruoli.
Raccontare cosa le accomuna significherebbe svelare una traccia fondamentale.
Tanti i personaggi, tutti delineati brillantemente, si muovono all'interno di una scenografia essenziale.
La trama ricca di dialoghi mette in connessione una geografia articolata.
Esiste un protagonista?
Certamente Margot, sindaca di Seattle, è figura dominante ma l'obiettivo del testo è quello di mettere in moto dinamiche relazionali.
A tratti divertente, spiazzante, provocatorio il libro ha una matrice decisamente distopica.
Naomi Alderman sfida il suo pubblico con toni stilistici variegati e un linguaggio che si rifà al parlato.
Vuole dimostrare e ci riesce cosa significhi essere dominante e quanto sia fragile la linea di confine tra democrazia e oppressione.
Quando si invertono le parti non cambia la sostanza.
Esistono carnefici e vittime.
Ci si chiede se è questa la parità di genere o se l'autrice voglia raccontare la violenza indipendentemente da chi la esercita.
Forte è la denuncia alle ambiguità di chi sa di essere più forte.
Al lettore l'ultima parola, quella decisiva.
Non sarà facile trovare un equilibrio, individuare la realtà dalla finzione ma vale la pena provarci.
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