"Max e Flora" Isaac Bashevis Singer Adelphi Editore
Ambientato agli inizi del Novecento l'inedito "Max e Flora" arriva in Italia grazie ad Adelphi Editore nella impeccabile traduzione di Elisabetta Zevi.
La caratterizzazione fisica e psicologica dei personaggi lascia senza fiato.
Max, partito da Varsavia poverissimo ha fatto fortuna a Buenos Aires gestendo un bordello.
Sempre in bilico tra bassezze e misticismo è animato da un'inquietudine che non sa colmare.
Ama ed è ricambiato da Flora, ex attrice dai trascorsi torbidi.
Il loro legame è ossessivo, inquinato da troppi segreti, malato di reciproche gelosie.
Quando Max incontra la giovanissima e bellissima Raska ne resta ammaliato.
In lei vede quella purezza e onestà che gli manca.
In un intreccio con evidenti connotazioni politiche e sociali Isaac Bashevis Singer ci regala un'umanità senza pace, tormentata dai dubbi, incapace di scegliere tra Bene e Male.
Una follia collettiva dove ognuno mistifica sè stesso e prova ad indossare maschere che non celano la loro vera natura.
Ruolo decisivo è affidato alla militante anarchica Ida che darà una svolta alla trama.
Un finale inatteso dove tutto si disperde nel rimpianto per le occasioni sprecate.
Un libro forte, emozionante che mette a nudo l'essere umano.
Lo mostra con le sue imperfezioni, i disagi, la difficoltà ad accettarsi.
Uno spaccato del mondo ebraico senza idealizzazioni.
Meravigliosa e impeccabile la scrittura, vivide le immagini dei luoghi, perfetta l'analisi storica.
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