"I frutti di Jalna" Mazo de la Roche Fazi Editore
"Va tutto a meraviglia."
Si torna a casa insieme a Mazo de la Roche.
Nel luogo dove tutto ha avuto inizio e dove ci siamo sentiti accolti.
Uno spazio dove abbiamo vissuto altre vite in un non tempo.
Dove siamo stati parte della famiglia Whiteoak.
Abbiamo amato alcuni personaggi, altri ci hanno emozionato.
Nella tenuta abbiamo visto il susseguirsi delle stagioni, lo scolorare delle foglie.
Abbiamo assistito a nascite e morti, a litigi, pacificazioni, nuovi amori.
"I frutti di Jalna", pubblicato da Fazi Editore grazie alla traduzione di Sabina Terziani, già nel titolo ci fa intuire che avverrà uno scarto generazionale.
L'autrice, prima donna vincitrice dell'Atlantic Monthly, ha la capacità di rinnovare le trame della saga.
Non c'è staticità ma una continua evoluzione nelle dinamiche affettive.
È come se volesse dirci che l'esistenza non è una linea retta.
Si interseca ad altre linee, ad altre forme geometriche.
Anche le pulsioni sono un groviglio da districare, un virtuosismo psicologico da interpretare.
In questa nuova prova letteraria forte è la percezione dell'instabilità.
Non solo fisica ma anche mentale.
Ogni scelta arriva a cambiare la scenografia, a tendere una trappola.
Ci si chiede se questi cambiamenti repentini siano segno di destabilizzazione o di rivolta interiore.
Sfidare il saldo legame familiare o restare aggrappati a quelle radici che durano da sempre.
È questo uno dei quesiti ma non l'unico.
Tra tradimenti, cedimenti e colpi di scena non si corre il rischio di annoiarsi.
I dialoghi incessanti danno poco spazio alla scrittrice.
Lei che muove i fili di questa danza sa stare fuori dalla scena.
Questa lungimirante strategia narrativa offre al lettore una panoramica obiettiva.
Non tutti i conflitti si risolvono perché è questa la tessitura letteraria di una Maestra della parola scritta.
Commenti
Posta un commento