"L'insaziabile" A.K. Blakemore Fazi Editore
«Sono Tarare», dice. «Il Grande Tarare. L’Ingordo di Lione. L’Ercole Insaziabile. L’Uomo Senza Fondo. La Bestia. Così mi chiamavano», conclude.
Il padre muore alla sua nascita, la madre è costretta a prostituirsi.
Diventa un fenomeno da baraccone per la sua insaziabile fame.
In punto di morte narra le sue peripezie a suor Perpetúe, che lo assiste.
Mentre si rincorrono le storie avventurose di questo eterno bambino siamo invitati a riflettere sul senso di "L'insaziabile", pubblicato da Fazi Editore e tradotto da Velia Februri.
A. K. Blakemore, partendo da un personaggio realmente esistito, riesce a costruire una struttura narrativa che cela dietro una trama intrigante il legame tra cibo e psiche.
Anche nei tratti troppo crudi il lettore è attratto da questa figura che attraverso lo sfrenato appetito esprime disagio, solitudine, mancanza d'amore.
Sullo sfondo la Rivoluzione Francese e un universo di gente che prova a sopravvivere.
Il libro ha un'asprezza che in alcuni passaggi risulta insopportabile.
Finalista al Dylan Thomas Prize, va letto come una favola triste, metafora di quella vertigine interiore difficile da colmare.
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