"Il Dio dietro la finestra" Michael Krüger La Nave di Teseo
"Alla prima lettura non avevo notato che il giornale conteneva esclusivamente notizie e commenti che predicavano la paura. Ne avevo notate alcune, ma non la totalità."
I tredici racconti che compongono "Il Dio dietro la finestra", pubblicato da La Nave di Teseo grazie alla traduzione di Francesca Gabelli, creano una turbolenza nell'animo del lettore.
Perfetti nella forma, eccellenti nella scrittura contengono elementi disturbanti.
È come se la realtà diventasse ingombrante, pericolosa, falsa.
Tocca ai personaggi difendersi da un mondo che è pieno di crepe.
Affettive, culturali, emotive in un gioco di apparenze che hanno la consistenza della nebbia.
Significativa è la figura dello scrittore che sceglie il silenzio.
Un atto estremo che non è rinuncia.
È la certezza che si è perso il senso delle parole e che la perfezione è già stata raggiunta.
C'è una vena malinconica che attraversa il testo anche nei ricordi dell'infanzia.
Lo sguardo di Michael Krüger è disincantato e questo suo stato mentale è espressione di un tempo dove è difficile riconoscersi.
Bolle di solitudine, voci in sottofondo, paesaggi che sfumano nell'inconsistenza.
Si perde il filo dei ragionamenti ma è solo un attimo di smarrimento.
Rileggendo ci si accorge che lo scrittore ci regala foto di ciò che resta.
Sta a noi accogliere le sue parole, farle vibrare, renderle vive.
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