"Malempin" Georges Simenon Adelphi Editore
"Anche a posteriori, resto convinto che quella giornata fu più rapida delle altre e subito mi viene in mente la parola «vertiginoso». Da qualche parte, in fondo alla memoria, ho un ricordo dello stesso genere."
L'incipit di "Malempin", pubblicato da Adelphi Editore grazie alla traduzione di Francesco Tatò, ci prepara ad una narrazione che oscilla tra presente e passato.
La malattia del figlio Bilot colpito da una grave forma di difterite apre una voragine nell'esistenza del dottor Malempin.
La fiducia del ragazzino e quel suo sguardo sereno aumentano la tensione narrativa.
Arrivano i ricordi ad arginare il dolore ed è come se le immagini del prima riuscissero a frapporsi all'irreparabile.
L' infanzia in campagna, piccole cose che oggi diventano chiare si frappongono come visioni al tempo infinito al capezzale del figlio.
Un libro anomalo rispetto alla produzione letteraria di Georges Simenon.
Una scrittura ricca di dettagli quasi a confermare che nei momenti difficili tutto torna in superficie.
È una resa dei conti, uno stratagemma per ignorare la morte che incombe.
Il libro dato alle stampe in Francia nel 1940 è un classico che nella forma asciutta riesce a commuoverci.
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