"Un morso all'improvviso" Michele Cecchini Bollati Boringhieri
"Sono cresciuto male, d’un botto, lungo lungo e allampanato. Elefante magrolino, ippopotamo rinsecchito. Quei pochi che mi conoscono mi chiamano Beo, che dalle nostre parti vuol dire vermiciattolo. Un verme inerme, sia chiaro. Anche se io sarei Caramelli Pino, nato a Valdirozzi e ivi residente."
Beo e il suo modo sghembo di raccontare il mondo.
Quel mondo sfilacciato dalla schizofrenia, diuito da cicciofarmaci, popolato da marziani.
"Un morso all'improvviso", pubblicato da Bollati Boringhieri, fa entrare in una dimensione altra dove le ossessioni sono reali.
Dove la realtà ha i contorni di una favola.
Dove il tempo è frammentato.
Un romanzo meraviglioso, commovente, empatico.
Una storia di consapevolezza della diversità e di accettazione dei propri limiti.
Una bolla di emozioni rarefatte, di piccoli scorci di normalità, di tenerezza e dolcezza.
Ancora una volta Michele Cecchini compone un poema dalle tinte delicate.
Esplora la malattia mentale partendo dal soggetto e non dal malato.
Crea un crescendo narrativo che esplode in un finale liberatorio.
Concede a noi la possibilità di confrontarci con una quotidianità capovolta.
Ci invita ad esserci senza timore, a stringere la mano di Beo e a camminare con lui.
Impareremo tanto e alla fine del percorso avremo difficoltà a lasciarlo andare.
La scrittura è frutto di un cesello che mescola neologismi, metafore e toscanismi.
Dopo "E questo è niente" (Bollati Boringhieri 2021) un'altra spettacolare opera letteraria.
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