"Stazioni remote" Stefano Simoncelli Marcos y Marcos Editore
"Rimango qui
Custode di reliquie"
Oggetti da carezzare.
Ricordi come spine.
Stanze vuote, odori che scatenano pensieri.
Una vita "che va per nuvole e strapiombi."
Mappe affettive da ricomporre, "letargo di ombre", mare in tempesta, spigoli da evitare.
La poetica di Stefano Simoncelli è come una zattera senza ormeggi.
La parola che si fa visione e si immerge nel buio del dolore.
Un abisso da percorrere in solitudine per adattarsi alla perdita.
Tornare bambino e aspettare il tocco lieve di una carezza, sfogliare album di foto, sentire il brusio di voci antiche.
Le "amate creature invisibili" diventano reali, cancellano la stanchezza.
"Stazioni remote", pubblicato da Marcos y Marcos Editore, ha una lirica fluttuante abitata da immagini in movimento.
Ha il respiro arioso di un linguaggio scelto con cura, la leggerezza del sogno, la luminosità della ricerca.
È fatto da aria e di nuvole, di acqua e di vento, di volti e di nascondimenti.
Di stagioni che conservano aromi, di abbracci virtuali, di fonemi affidati al cielo.
Un viaggio "in un territorio estremo" per riscoprire l'amore eterno, incancellabile.
Per non dimenticare che "comunichiamo con silenzi minimi ed esitanti puntini di sospensione."
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