"Coda" Ali Smith SUR
"Una storia è sempre una domanda"
Nella sua ultima prova letteraria Ali Smith costruisce una scala perfetta e ad ogni gradino il lettore si trova immerso in una tematica differente.
Partiamo dalla trama che ha risonanze misteriose.
Sandy, pittrice gay, viene contattata telefonicamente da una ex compagna di università.
Martina, chiusa in una stanza all'aeroporto, accusata di avere due passaporti, deve interpretare il senso di una frase.
Con quella leggerezza che la contraddistinge l'autrice mostra i risultati della Brexit sui cittadini comuni.
Racconta di una terra di nessuno dove il documento d'identità assume valore di discriminazione.
Inserisce un quesito che è interpretativo e sottolinea l'importanza del senso delle parole.
"Coda", pubblicato da SUR grazie alla meravigliosa traduzione di Federica Aceto, è ambientato nel periodo della pandemia.
Entra in gioco un'altra "prigione", quella dell'isolamento dai nostri cari.
Rispetto ai romanzi precedenti la scrittrice utilizza la parola scritta come atto di denuncia verso il suo Paese e verso ogni forma di costrizione.
Utilizza i luoghi come metafore di stati d'animo di chi come l'amica e il padre, in ospedale per un grave attacco cardiaco, si trovano nel terreno dell'indefinito.
Inserisce figure che scatenano la nostra curiosità.
Ma la domanda più urgente credo sia il nostro modo di affrontare la realtà dopo una esperienza che ci ha resi vulnerabili.
La scrittura è come sempre una vibrazione che carezza l'anima.
Da leggere e meditare cercando di aggiungere alle mie nuove occasioni di riflessione.
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